Il santuario nel bosco

Il bosco di Rezzo custodisce un tesoro, il Santuario di Maria bambina e di Nostra Signora del S. Sepolcro. E il santuario custodisce un segreto.

Era il 1444 e i capi famiglia del borgo si riunirono per deliberare la creazione di un santuario mariano. L’edificio fu edificato nel corso del XV secolo da maestranze e artigiani locali. D’altronde Rezzo, e soprattutto la vicina Cènova, erano i borghi che esportavano scalpellini e lapicidi in tutta la Liguria e non solo. Realizzato in circa cinquant’anni in stile romanico-gotico, fu solennemente consacrato dal Vescovo e aperto al culto religioso nel 1492, anno della scoperta dell’America. Divenne ben presto uno dei monumenti architettonici religiosi più importanti della Valle Arroscia tanto da essere inserito nel 2000 fra le chiesi giubilari. Ecco, il segreto è proprio lì, nella sua insolita origine. Non una chiesa costruita da un ordine religioso, ma voluta dalle famiglie facoltose e dal popolo del paese. Chi contribuì con il denaro, chi con il lavoro. Un’opera corale insomma, espressione della comunità, e di una fiera autonomia, tanto che oggi, questa è la curiosità,  il parroco è scelto e nominato non dal Vescovo, ma …. dal Sindaco!

Del santuario ti stupirà il silenzio e  ti sembrerà incredibile quanto i colori e il materiale costruttivo siano in totale armonia con la natura circostante. Entra dunque. Ti troverai davanti un edificio splendidamente conservato, la luce che filtra… i diavolacci che ti ammoniscono, promettendoti una eternità di supplizi, se non morirai in Grazia di Dio. I diversi cicli di affreschi sono opera di Pietro Guido da Ranzo databili al 1515. Inaspettata, una bellissima statua marmorea della Vergine opera dello scultore Filippo Parodi, allievo del Bernini. Un’intima cripta infine, le candele, quelle vere, completano l’opera.
Prenditi del tempo e visita questo gioiello.

Un consiglio? Vai nel week end, e assicurati di aver prenotato un pranzo al vicino agriturismo Cornus al Santuario. Nuova la gestione, ma stessa passione, formaggi km zero, buon cibo e … buon vino!